Due o tre cose che so di lei (1)

By on Mar 14, 2020 in Contemporaneità

È stato e continua ad essere il banco di prova più difficile. Parlare in modo sensato di qualcosa di cui chiunque sa davvero molto poco, è un’impresa catastrofica. Tuttavia se io, voi e un qualsiasi altro sensato cittadino ha il dovere di starsene zitto, chi governa (dal latino gŭbĕrnare, dal greco κυβερνάω “reggere il timone”) ha invece il dovere di informare e in qualche modo indirizzare. “Comunicare” in modo onesto ed efficace è uno mestiere complicato. Il solo però che tutti – dalla portinaia al signor Amministratore Delicato – si sentano capaci di fare. (Purtroppo, come insegna De Andrè in “Bocca di rosa”, per fare il mestiere ci vuole anche un po’ di vocazione e come ben sappiamo la vocazione è come il coraggio di Don Abbondio).

Tralascio di citare gli esempi catastrofici, menzogneri e anche quelli più banalmente ciarlataneschi: le varie chat li stanno distribuendo a nastro e, più o meno, li conosciamo tutti; parliamo invece della comunicazione positiva, quella onesta e augurabilmente efficace.

A parte il magistrale intervento del Presidente Mattarella –  energico con la signora Lagarde  come un bruscone per cavalli – mi ha sorpreso (e continua a sorprendermi) la pacata concretezza del sindaco della mia città: contrariamente all’italica norma, non ha nascosto gli errori commessi, l’infelice video “milano non si ferma” e l’ancor più triste t-shirt. Nella comunicazione pubblicata oggi sulla sua pagina FB, prima di fare il punto sullo “stato dell’unione” ha citato una legge persino più forte della gravitazione universale: “oggi come la fai la sbagli”. L’occasione l’ha data la chiusura dei parchi, decisione che ha generato le immediate proteste dei cinofili.

Ieri Telmo Pievani, filosofo della scienza ed esperto di evoluzione, raccontava in un video pubblicato sul medium dell’Università di Padova https://ilbolive.unipd.it/ le specificità evolutive dei virus, esseri comparsi sul pianeta miliardi di anni fa, e di conseguenza assai più scafati di noi nell’arte della sopravvivenza; anche i virus comunicano, certo in modo talmente rozzo da metterli al riparo dagli errori e dalle omissioni che invece caratterizzano livelli di trasmissione delle informazioni sofisticati come i nostri. E poiché come insegna il buon vecchio Watzlawick “non comunicare è impossibile”, nei tempi difficili del “come la fai la sbagli” bisognerebbe raddoppiare la prudenza e triplicare la competenza. Anche se non dobbiamo scordare che “conoscere la Torah non ti impedirà di peccare”.

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