Due o tre cose che so di lui

By on Nov 29, 2018 in Contemporaneità

Conosco molto bene Monte San Savino. Conosco anche l’insegna del capannone di Fredy Pacini gommista che vende e ripara le bici; arrivando dall’autostrada sta sulla sinistra prima di affrontare la salita che porta in paese, un piccolo comune toscano di neanche 9.000 abitanti sparpagliati su un territorio di 90 km quadrati.

Non conosco invece l’uso delle armi che hanno messo nei guai lo sparatore Fredy e mandato al creatore, ammesso che ce ne sia uno, lo sciagurato moldavo che insieme a un complice aveva scassinato l’ingresso dell’officina di Fredy. In compenso conosco benissimo cosa si prova quando torni a casa e trovi la porta aperta, il contenuto dei cassetti rovesciato a terra e le quattro cose di valore affettivo più che effettivo ciuffolate via come un cardellino a primavera. Saranno stati sudamericani, oppure zingari ti dicono inequivocabilmente al commissariato di zona alzando le spalle.

Continuando con le cose che so di sapere, conoscono benissimo anche gli argomenti di chi – puntualmente e inevitabilmente – prende posizione; quelli del Truce Salvini assai prevedibili, come quelli – altrettanto se non di più – di chi per mestiere fa opinione attraverso lepidezza spacciate per satira, come Luca Bottura su Repubblica. Ebbene, posso dire che se le prime – quelle del Truce – mi fanno paura, le altre me ne fanno ancora di più. Se il Truce annuncia il Far West prossimo venturo, tutti liberi di sparare a casa propria, le seconde sono l’epitomane della cecità di chi si rifiuta di leggere una realtà che non lo riguarda e forse nemmeno lo interessa. È la malattia di chi non prende i mezzi la sera, non è infastidito dai mendicanti, non ha problemi con i campi rom, non nutre inquietudini sulla composizione della scuola del figlio, non ha timore di spacciatori. Vive in centro, ha il denaro per spostarsi con Uber, è un maschio adulto preferibilmente bianco che delle paure degli altri, quelli che vivono in periferia, se ne fotte come il sottoscritto del campionato di curling.

Quando un problema vero e reale non è affrontato dallo Stato democratico con le finalità e gli strumenti della civiltà democratica, è inevitabile che alla ribalta si presenti un apprendista stregone. Soffierà sul fuoco ingigantendo le vecchie paure, ne alimenterà di nuove e proporrà rimedi di ferro e di fuoco che ai più deboli, ai più esposti, ai più ignoranti, suoneranno più dolci del miele. E’ già accaduto, accade sempre, ma l’abbiamo già scordato.

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