Generazione “O”

By on Lug 26, 2017 in Contemporaneità

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La buona notizia è l’impegno dei giovani. Quella meno buona è che la partita è ancora aperta. Golpe bianco l’hanno definito coloro che conoscono la realtà polacca e che, particolare non trascurabile, hanno accesso diretto alle fonti d’informazione. (Nonostante la leggiadria dell’amata Wisława Szymborska, la lingua polacca non è così semplice da decifrare).

Così anche in Polonia pare che il fattore differenziante sia l’età, proprio come è accaduto per la Brexit, quando i giovani votarono per restare gli anziani per andarsene.

Giovani progressisti e libertari versus anziani conservatori e reazionari non è una gran novità. E’ già accaduto e più di una volta, come ben ricorda chi nel ormai lontano ’68 aveva l’età della ragione. Sarebbe strano (e preoccupante) il contrario, anche se a ben vedere ci si è lamentati per un decennio buono di una generazione di “sdraiati” che sciallavano i loro scazzi senza un moto di ribellione. Ma come, strillavamo indignati, vi stiamo rubando il futuro e voi zitti?

“Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”. Così scriveva nel 1931 Paul Nizan nell’ingiustamente dimenticato “Aden Arabia”. Così scriveva nel 1931 Paul Nizan nell’ingiustamente dimenticato “Aden Arabia”. Non so quasi nulla dei ventenni di oggi, dei loro spleen e delle loro menate. L’unica cosa su cui sono pronto a scommettere è l’europeismo che esprimono: apolitico se non pre-politico, ma egualmente solidissimo perché fisiologico. Come i giorni lontani di quel programma che in molti amano storpiare in Orgasmus. Senza dubbio il modo più allegro e vitale di fare l’Europa.