Leggere, lèggere

By on Giu 21, 2017 in Contemporaneità

Ha veramente del fantastico la piccola querelle che Repubblica con la fattiva complicità di Giuseppe Laterza editore ha montato in questi giorni di solstizio d’estate. Caro Paolo (Gentiloni) scrive scandalizzato Laterza, ma come non leggi? Come fai ad affermare rispondendo ad una domanda di Mariolone Calabresi, che a Palazzo Chigi non c’è tempo per leggere libri? E via con la sorpresa mista a disappunto e sgomento, signora mia dove andremo a finire di questo passo?

La menata è proseguita oggi con i politici di un tempo che fu, ah che tempo!: per definizione sempre migliore del nostro; loro sì che leggevano e studiavano, altro che quelli di adesso. E giù col panegirico di Togliatti /Jotti in arte Nilde&Palm, loro che si dilettavano con le ottave ariostesche, e il Saragat che gusto il Saragat, per non parlare dell’Andreotti in odor di mafia ma che finezza, che cultura! (corollario: foto maliziosina del Renzi con carrettata di libri sotto il braccio a intendere “ma li leggera tutti?” e soffiettone dell’immancabile Bartezzaghi sull’indaffarato che non trova spazio per un libro.

Non sono mai stato a Palazzo Chigi, mai stato Primo Ministro e neanche Presidente di qualcosa (neppure di una bocciofila). Ma immagino che con la velocità che hanno preso le cose oggi, e con la qualità e quantità di cazzi&mazzi che girano ad altezza variabile nelle cancellerie d’Europa e del mondo, un povero cristo a capo di una periclitante maggioranza, tanto tempo per la lettura di libri non ne abbia: sbarchi, immigrazione, Brexit, terrorismo, legge elettorale, finanziaria, guerra in Siria, ius soli, riforme…

Forse meglio un Gentiloni affannato e indaffarato oggi d’un Andreotti letterato e sornione. Come direbbe D’Alema, disciamo meglio, molto meglio.