Non esistono gatti, ma solo interpretazioni *

By on Giu 7, 2019 in Contemporaneità

Domanda: cosa c’è di peggio di una fake news? Risposta: le interpretazioni prive di fondamento elaborate da opinionisti (apparentemente) degni di fede.

È quanto è accaduto (è quanto sta accadendo) da alcuni giorni riguardo alla morte dell’adolescente olandese. Un vergognoso caso di eutanasia di Stato; una Legge contro la vita; gli adolescenti non devono poter compiere di queste scelte; lo Stato liberale che diventa assassino: la vita è il bene supremo… il Leitmotiv dei commenti e delle interpretazioni. Sbigottite. Annichilite. Scandalizzate. (Alberto Arbasino da par suo direbbe “ma dove andremo a finire signora mia!”).

Peccato che i fatti pare siano un poco diversi. Una realtà un po’ più complicata. Un po’ più articolata. Come quasi sempre è la vita. E così le responsabilità, gli attorii, i protagonisti, le motivazioni. Che lo “Stato assassino”, quell’Olanda protestante che dal Seicento turba le menti della cattolicità e del cattolicume, c’entrasse come il Roquefort a merenda.

Adesso, nel senso di oggi, gli stessi quotidiani che ospitavano le geremiadi di Recalcati e compagnia cantante, precisano e rettificano. Ma il dentifricio ormai è uscito dal tubetto: anche gli “esperti” sparano frettolose cazzate come fossero grillanti qualunque affetti da un virulento attacco di toninellismo, la malattia endemica della nostra epoca. Unica fortuna, la vicenda non contribuirà ad aumentare i sostenitori dell’uno-vale-uno. Loro hanno smesso da un pezzo di leggere i giornali.

* Cfr da Maurizio Ferraris Spettri di Nietzsche, Guanda:

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