Shit parade

By on Giu 19, 2018 in Contemporaneità

I melomani, quelli che stanno in piccionaia nel loggione e non perdono una rappresentazione, di certi “Trovatore” dicono non sia possibile far di peggio. Errore, al peggio non c’è limite. Come le notizie della settimana. Vediamo cos’è accaduto di peggio: i bambini separati dai genitori negli USA, il censimento dei Rom caldeggiato da Salvini, la scoperta di altri 120 sciacalli – si badi: italiani doc – che rubavano i rimborsi del terremoto, la lista della spesa di Parnasi (notizia scomparsa dalle pagine dei giornali)?

Sbagliato. La n°1 della shit parade della settimana è la storia di Gian Marco Saolini. Questo signore è un troll di professione. Il suo divertimento è tirare fuori il peggio dalla (e della) gente. Detto con linguaggio più diretto, quello che ama Feltri padre, si potrebbe dire di lui che è un rugamerda. Poteva il nostro Saolini perdere l’occasione della nave dei migranti, i “croceristi” come li chiama il Salvini? Certo che no. Ed ecco pronta la super fake formato video pubblicata sulla sua pagina Facebook: sulla nave Aquarius si divertono tutti come pazzi, si mangia e si beve e c’è pure una sala con i videogame e i giochi d’azzardo. E sono pure tutti ottimamente vestiti e felici.

Saolini di mestiere gestisce un pub a Roma. Si è spacciato per un marinaio cacciato dalla nave. Chiedersi perché, come giustamente fa il bravo giornalista della Stampa su cui ho letto la notizia, è inutile. Bisognerebbe porla a uno psichiatra, ma di quelli bravi. Evidentemente l’attrazione per la materia fecale non riguarda solo gli scarabei stercorari. Tuttavia non è il povero Saolini che m’interessa, a lui dovrebbe pensarci il pur valido Zuckerberg impedendogli l’accesso a Facebook; sono gli “itagliani” che gli vanno dietro, che lo leggono e ci credono, ciò che m’interessa e mi riguarda. Sono i miei, i nostri vicini di casa; hanno storie e facce apparentemente simili alla mia e alla vostra; parlano più o meno la stessa nostra lingua, non vengono da Marte e non sono una specie aliena: siamo noi, purtroppo. Furbi quando c’è da rubacchiare, idioti totali incapaci di distinguere la cacca dallo zabajone.

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