Ancora a proposito di Amos Oz

By on Ott 22, 2017 in Contemporaneità

Penso sia inevitabile osservare Israele con interesse e passione. Comunque la si pensi, è l’esempio di un esperimento che riguarda tutta l’umanità. O forse, più che di esperimento bisognerebbe parlare di passaggio; del resto dal Mar Rosso in avanti sono dei veri esperti di attraversamenti. Questa riflessione nasce dalla lettura di “Cari fanatici”, l’ultimo lavoro di Amos Oz che lui definisce “libriccino”, la cui lettura se occupassi il posto della signora Fedeli imporrei alle scuole di ogni ordine e grado.

In Israele è in atto (con evidenza infinitamente più manifesta che altrove) il solo conflitto definibile come scontro tra civiltà, l’ennesimo episodio della guerra millenaria tra ragionevolezza e oltranzismo, concezione laica della storia e millenarismo religioso; tra chi interpreta le scritture come se il tempo fosse ancora quello dei pastori nel deserto, e chi combatte per costruire una società dove libertà e giustizia convivano. Un dibattito che in Israele è infinitamente più affascinante (che altrove) poichè si svolge tra coloro la cui distinzione ho origine nella scrittura, nel commento, nell’interpretazione. Non il popolo di Dio, ma il popolo del libro. Fare una ragionevole (e quindi dolorosa) pace oppure proseguire la follia di una guerra che non si può vincere; rinunciare vicendevolmente a qualcosa e creare due Stati, oppure perseguire nell’incubo della guerra ad oltranza e delle sue conseguenze: la morte della democrazia (per non parlar del resto).

Un conflitto tra fanatismo religioso e laicità democratica in atto ovunque nel mondo. Il primo rabbiosamente sicuro della propria purezza; la seconda faticosamente consapevole della propria imperfezione. Dalle infinite varianti del radicalismo islamico ai suprematisti americani; dall’ebraismo ortodosso sino alla falange nazional-radicale polacca, l’internazionale del fanatismo combatte “l’uscita dell’uomo dalla sua condizione di minorità che consiste nell’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di altri”.

Pensare (provare a) con la propria testa, liberamente. In questo consiste l’Illuminismo secondo Immanuel Kant. Eppure in molti lo davano per morto e sepolto, un cadavere rinsecchito. Temo che anche nel post-modernismo abbia trovato rifugio più di un pasdraran…

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