L’estate del sessantasette

By on Ago 6, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

Correva l’estate del ’67. L’anno in cui Israele sbaragliò in sei giorni gli eserciti di Egitto, Siria e Giordania. Quell’inizio di estate, come tutte le estati della mia adolescenza, lo trascorrevo in riva al Po in un quello che allora mi sembrava un angolo di paradiso tra campi da tennis, piscina e gite sul fiume. In quell’estate gli operosi soci della “Canottieri Casale” terminavano la costruzione di un rudimentale campo di calcio, terra letteralmente strappata al fiume. Due porte, qualche segno di gesso destinato a durare lo spazio di un mattino, e l’incredibile almeno per me entusiasmo degli energumeni seminudi che sotto il sole giaguaro combattevano sfide infinite. Campo Sinai l’avevano chiamato per via dei nugoli di polvere secca che si alzavano ad ogni (raro) refolo di vento, ad ogni scatto, tiro, percussione. E campo Sinai continuò a chiamarsi sino a che il Comune...

Se il pensiero debole si fa torbido

By on Lug 17, 2014 in Comunicazione

Poche cose sono più insopportabili dei cori da stadio, il berciare violento e sguaiato delle opposte tifoserie. Quanto accade in Israele e nella striscia di Gaza, l’assurdo al quadrato della tragedia che non ha soluzioni, rende del tutto intollerabile il vociare da caffè sport che puntualmente si leva ad ogni escalation dell’efferatezza. Israele forse perderà la guerra demografica, oppure si trasformerà in un rabbinato teocratico. Di certo, sta perdendo la guerra della comunicazione: la confusione tra ebraismo, ebraicità, sionismo e Stato d’Israele non è mai stata così grande (e oggetto di così cinica speculazione). Piccolo dramma nel grande dramma della guerra che puntualmente pagano i più deboli e i più ricattabili, sono le grida scomposte di chi per età e magistero dovrebbe aiutare il pensiero invece di aizzare gli istinti. Mi riferisco alle ultime dichiarazioni che Gianni Vattimo,...