Antisemiti vecchi e nuovi

By on Apr 22, 2025 in Contemporaneità

Ottimo suggerimento quello di Wlodek Goldkorn. Qualche settimana fa dalle pagine virtuali di HuffPost invitava la lettura in parallelo di “Antisemita” (Valentina Pisanty, Bompiani) e “Il nuovo antisemitismo” (Jan Améry, Bollati). Vado subito al succo. La Pisanty postula che l’equivalenza antisemita = antisionista sia una forzatura, un’invenzione ad usum delphini dell’estrema destra israeliana; viceversa i saggi di Améry scritti tra il 1969 e il 1978 testimoniano un fenomeno che trascende le vicende dell’attuale governo israeliano. Non sono uno storico né tantomeno uno studioso di storia dell’ebraismo. Tuttavia non credo sia necessario essere degli specialisti per comprendere che tra ebraismo e sionismo esiste un legame indiscutibile e per moltissimi ebrei indissolubile. Certo, come fa notare Pisanty, sono molti i combattenti per la dignità del popolo ebraico dichiaratamente...

Come l’acqua

By on Apr 13, 2025 in Contemporaneità

Ieri sotto le mie finestre sono sfilati i pro-pal. Tutto come da copione: altoparlanti a palla, bandiere, slogan a tema, poliziotti in assetto antisommossa, elicotteri in cielo. Poi, complice forse una variazione di percorso non concordata, il corteo s’è piantato e per un bel pezzo non s’è mosso più. Come da consuetudine, insieme alla piccola folla dei manifestanti la cui ferocia si è limitata al repertorio degli slogan d’ordinanza, pare agissero una trentina di solerti incappucciati dediti come da tradizione allo sfascio delle vetrine. Sono troppo vecchio per inquietarmi, ma non ancora così vecchio da non provare stupore. Non per la quantità di bandiere, stendardi e bandieroni – suppergiù uno per manifestante; non per la tranquillità dei cani in manifestazione (i pro-pal nostrani hanno questo di buono: amano cani e canetti); non per il volume pazzesco degli altoparlanti, vecchia...

Sta scherzando signor Feynman?

By on Apr 6, 2025 in Scienze

“Il mondo è soltanto una scuola di ricerca.” (Michel Eyquem de Montaigne) Sono in molti, e io fra loro, coloro che amano non riamati la scienza. Se fino a qualche secolo fa era forse sufficiente una consolidata abitudine allo studio e alla lettura per tenersi aggiornati, da lunga pezza il sapere scientifico impone competenze che definire specialistiche è illusorio. Rileggendo questa frase mi scopro mentitore: non solo non capisco un acca della scienza contemporanea, ma pure le conquiste matematiche di Newton e Leibniz mi sono ostiche e oscure; e diciamo tutta la verità: pure sulle ellittiche di Keplero non sono a mio agio. Quelli come me (spero vivamente siano moltitudine: amare la scienza sia pur senza comprenderla è un enorme passo avanti rispetto a chi idolatra statue sanguinanti) trovavano conforto e rifugio in S. J. Gould biologo, zoologo, paleontologo e storico della scienza...

Il mio nome è Caterina. Caterina V.

By on Apr 3, 2025 in Contemporaneità

Parco Sempione è uno dei luoghi più felici di Milano. Uno spazio verde collocato nel centro di una città che alla parola “erezione” dà il significato cementizio che avrebbe dato il Trump se fosse nato sui Navigli. Intendiamoci, non è tutta colpa di Milano. Come direbbe la signora Rabbit, non è una città cattiva, è che la progettano così. Se potessimo tornare ai beati tempi del cardo e del decumano, scopriremmo che Milano era un banale presidio la cui importanza derivava dall’essere posto all’incrocio tra le più importanti vie romane; un casello praticamente. Poi, finalmente, qualcuno ebbe l’ardire di consegnare a un certo Leonardo il compito di redigere il piano regolatore. Purtroppo non passano neppure cinquecento anni ed ecco che in nome della viabilità cittadina uno sciagurato regime ricopre i canali che tanto avevano affascinato Stendhal. Anche se dovrebbe essere un “terreno di una...

Il Dreyfus della nostra epoca

By on Mar 26, 2025 in Contemporaneità

Non avevo la più pallida idea di chi fosse Boualem Sansal né tantomeno del suo lavoro di scrittore. Dopo aver letto il romanzo-reportage “Fedeli a oltranza” ne avevo a sufficienza di storie il cui soggetto è il fanatismo islamico. Paesi come l’Indonesia, l’Iran, il Pakistan e la Malesia che Naipaul visita a vent’anni di distanza dopo il trionfo dell’Islam. A scanso di equivoci va precisato che Vidiadhar Surajprasad Naipaul non è esattamente (o meglio: non era) il perfetto esemplare di maschio bianco facilmente accusabile di islamofobia colonialista. Tornando a Sansal, se non fosse successo quel che è successo e continua a succedere – un uomo in età, malato di cancro, che rischia di morire in prigione per aver scritto un libro considerato offensivo dagli islamisti algerini – non mi sarei mai sognato di leggere “2084. La fine del mondo” o “Il villaggio del tedesco” né...