Du gust is megl che uan

By on Gen 12, 2025 in Filosofia

  Ho incontrato Giulio Guidorizzi l’estate scorsa. “Il racconto degli dèi” faceva bella mostra di sé nell’edicola di Andrea, quella sempre aperta che accetta prenotazioni su whatsapp. Si trattava di un triste secondo giro di edizione, l’ultima spiaggia dell’ufficio marketing dei quotidiani in picchiata di vendite. Di norma manco li tocco quei libri, tanto è modesto il trio carta-stampa-confezione, ma avevo bisogno di consolarmi con un acquisto d’impulso; così, nonostante il metro lineare e passa di mitologia greco-latina, per mia fortuna non ho resistito e ho portato a casa pure “Il racconto degli eroi”. Giulio Guidorizzi, di cui è attesa una traduzione dell’Iliade che spero di potermi permettere, racconta le storie degli dèi e degli eroi in modo completamente diverso. E’ un filologo che oltre a saper scrivere – problema vecchio come il cucco ma evidentemente non così facilmente...

Ciribiribì baci

By on Dic 21, 2024 in Contemporaneità

Anche quest’anno l’amata cugina T. ci ha regalato il calendario dell’avvento. Sapendoci inemendabili ghiottoni sceglie calendari gastronomici ai quali l’originario significato natalizio è persino più pretestuoso della Festa della Mamma in un orfanatrofio. Ma come insegna il pur soporifero Esiodo, ogni giorno ha la sua opera e non è davvero il caso di sindacare il fatturato altrui. Apriamo il pacco con avvertita curiosità. Scopriamo che dopo Lindt e Ferrero è il turno di Baci Perugina. Dovete sapere che sui baci di Perugia ho intinto il biscotto più e più volte raccontando non per amore ma per denaro le mirabili invenzioni della grandissima Luisa Spagnoli; nonostante la gratitudine che nutro nei loro confronti devo tuttavia confessare che i “baci” per me restano confinati in un’età tra l’infanzia e l’adolescenza essendo approdato nel corso degli anni ad una più matura consapevolezza...

Woody e io

By on Dic 14, 2024 in Contemporaneità

L’altra sera in televisione passava “Io e Annie”. Stando ai commenti su faccialibro devono averlo visto in parecchi. E come al solito quando si tratta di Woody Allen o del compleanno di Gianni Morandi, la più parte pare abbastanza commossa. Ora io che sono un inguaribile cinico e non mi commuove neppure lo spot del Mulino bianco quello della bambina col gattino sotto la pioggia, una spiegazione me la sono data. Ciò che muove a commozione non sono gli ottant’anni del tale famoso, e neppure le vicende fritte e rifritte di un vecchio film del 1977. Conosco gente che si commuove persino pensando a quando era militare, e nel farlo è convinta di rimpiangere l’alzabandiera o la merda del nonnismo in luogo della perduta giovinezza. Figurarsi se non si emoziona pensando a quant’è vecchio Morandi Gianni o Woody Allen, che poi quando muoiono piovono i RIP, le foto e i coccodrilli “signoramia...

Minima moralia (1)

By on Dic 8, 2024 in Contemporaneità

  “La pressione del conformismo, che grava su ogni produttore, abbassa ulteriormente le sue esigenze verso se stesso. È il centro stesso dell’autodisciplina intellettuale che appare in procinto di dissolversi”. (T.W. Adorno, Minima moralia, 8) Leggevo nei giorni scorsi delle difficoltà di un costumista. Sosteneva che se era facile disegnare costumi di scena in accordo con i diversi periodi del secolo scorso, le difficoltà si presentano quando si tratta di mettere in scena un’opera ambientata ai giorni nostri; gli abiti, concludeva, tendono ad assomigliare gli uni agli altri rendendo in tal modo difficile se non addirittura impossibile la caratterizzazione temporale. Se nessuno osa né sperimenta – concludeva – è perché hanno tutti paura di sbagliare. Non so nulla del sistema della moda. Se non che, come è accaduto al mondo dell’automotive, negli ultimi decenni abbiamo assistito a un...

Il salto dello squalo

By on Dic 3, 2024 in Comunicazione

Non credo esista per i giornali una locuzione efficace quanto “saltare lo squalo” lo è per le serie tv. Ai più pigri che neanche la fatica di pigiare il lik, ricordo che indica “il momento in cui qualcosa che una volta era grande e popolare raggiunge un punto di decadimento dopo il quale perde improvvisamente di qualità”. Detto fuor di garbo wikipediano, si salta lo squalo quando gli autori di una serie di successo planetario come “Happy days” terminata la benzina creativa (succede anche i migliori dopo millantamila puntate) non sanno più a che santo votarsi. La locuzione nasce giustappunto da una puntata della fortunata serie e indica “il punto di svolta verso il declino nonostante tutti i tentativi di mantenere alto e/o recuperare l’interesse degli spettatori”. Mi è tornato in mente il salto dello squalo leggendo un articolo di Adriano Sofri sul “Foglio”, ripreso il giorno dopo da...