Vero, falso o, peggio, verosimile. E’ il tema di “Liberi di crederci” (W. Quattrociocchi, A. Vicini, Le Scienze) un agile quanto raccapricciante libretto che tratta di informazione, internet e post-verità; raccapricciante perchè pare non ci sia difesa né speranza alcuna; tralascio la spiega del perché e vado ai risultati: non servono accurati fact-checking né tantomeno defatiganti debunking. Chi è convinto della “sua” verità cotta e mangiata quotidianamente nell’echo-chamber in cui si è rinchiuso, non avrà dubbi. Che si tratti di conformazione del globo terraqueo, di sementi mutate geneticamente, di vaccini o di trasporti ferroviari, nessuno (o quasi) muterà idea. L’effetto della disintermediazione, un bel casino di suo, è moltiplicato dall’analfabetismo funzionale. La scala UE di comprensione di un testo va da 1 a 5. La brutta notizia è che l’adulto italiano si colloca al secondo...
Viandante
Chi anche solo in una certa misura è giunto alla libertà della ragione,non può non sentirsi sulla terra nient’altro che un viandante.