Quelli che

By on Nov 6, 2025 in Comunicazione, Contemporaneità

Adesso è nuovamente il numero uno e la gazzarra pare chetata. Poi, quando per via dell’astrusa aritmetica dell’ATP riperderà la primazia, le penne più acuminate della melonera riprenderanno la tarantella su Sinner, l’italiano reticente. Diciamo che dipende anche dallo stock di notizie notiziabili disponibili (com’era le chiamavano le P.R. milanesi una decina di anni fa). Stiamo parlando di Cazzullo, Vespa, Augias, mica pizza e fichi. Tutta gente che pur non sapendo una beata minchia di tennis sdottora, commenta, giudica, condanna: non gioca la Davis, non è italiano, non è patriota, non paga le tasse (in Italia). La cosa sarebbe tutto sommato insignificante. Sparano cazzate su Sinner? Basta non leggerli, non ascoltarli, cambiare canale. Proprio come si fa quando sullo schermo appare Cacciari, quando a Barbero vengono poste questioni che esulano il Medioevo, quando Fazio – restando...

La ciliegia che ha cambiato nome

By on Lug 25, 2025 in Comunicazione

La campagna “la ciliegia più buona ha il nome di una mela” risale al luglio del 2019. Devo essermela persa. L’ho scoperta solo pochi giorni fa in giro per Milano, la città che è diventato di moda detestare. È una pubblicità semplice e diretta. Afferma che la ciliegia più buona si chiama Melinda. Lo fa con un claim e un big visual, come si dice un pubblicitariese, che più esplicito non si potrebbe. In fondo nulla di strano dal punto di vista squisitamente retorico: si attua un corto circuito che forzando il significato del significante “mela” crea un nuovo orizzonte di possibilità. E infatti oltre alle ciliegie “melinizzate” da Melinda, c’è posto pure per fragole e frutti di bosco. Grazie a questa torsione concettuale Melinda – da nome proprio di mela di origine certificata – diventa brand ombrello garante di tutti gli altri prodotti coltivati nelle valli del Consorzio. Un...

Ofelè fa el to mesté

By on Mag 10, 2025 in Comunicazione

Avvertenza: questa madeleine non tratta dell’elezione del nuovo pontefice. La mattina siamo troppo rincoglioniti per rivolgerci parola. Tra biscotti e caffè abbiamo concordato di riempire il silenzio con le rassegne stampa (ce ne sono a bizzeffe, persino più numerose dei quotidiani da cui traggono spunto). Purtroppo quelle che ci piacevano hanno perso smalto, così nostro malgrado ora ascoltiamo i podcast, l’ultimo prodotto della modernità massmediologica. Parlo di un fatto personale in ragione di un interesse professionale. Il podcast è uno strumento di comunicazione come lo sono le affissioni, le campagne stampa o gli spot televisivi; e proprio come qualsiasi altro strumento inventato per comunicare qualcosa a qualcuno – letteratura, teatro, cinema, televisione, pubblicità – il suo funzionamento dipende dal rispetto di poche, tutto sommato semplici, regole. Come accade a un’automobile...

Il salto dello squalo

By on Dic 3, 2024 in Comunicazione

Non credo esista per i giornali una locuzione efficace quanto “saltare lo squalo” lo è per le serie tv. Ai più pigri che neanche la fatica di pigiare il lik, ricordo che indica “il momento in cui qualcosa che una volta era grande e popolare raggiunge un punto di decadimento dopo il quale perde improvvisamente di qualità”. Detto fuor di garbo wikipediano, si salta lo squalo quando gli autori di una serie di successo planetario come “Happy days” terminata la benzina creativa (succede anche i migliori dopo millantamila puntate) non sanno più a che santo votarsi. La locuzione nasce giustappunto da una puntata della fortunata serie e indica “il punto di svolta verso il declino nonostante tutti i tentativi di mantenere alto e/o recuperare l’interesse degli spettatori”. Mi è tornato in mente il salto dello squalo leggendo un articolo di Adriano Sofri sul “Foglio”, ripreso il giorno dopo da...