Il dilemma

By on Mar 23, 2014 in Contemporaneità

Un tempo, non molto tempo fa, era una scelta elettiva: gli editoriali di Eugenio Scalfari stimolavano, coinvolgevano, educavano persino. Poi, non molto tempo fa, quella che per molti della mia generazione è stata una guida laica, un “vice-padre” che aiutava a pensare, se messa a parlare con il Papa ed è diventata via via più permalosa di una scimmia di Benares. Non che tra le due cose ci sia necessariamente una connessione, ma è andata così, come sa bene la povera Spinelli rea di non essere allineata al Nostro riguardo ai ragazzi del Five Stars. E così oggi i suoi domenicali sono diventati parodie, un ottimo pretesto per resistere cinque minuti in più in sella alla cyclette in palestra.

Domenica scorsa Berlinguer come Papa Francesco + bastonatura a Renzi; oggi – dopo il film di Veltroni, Berlinguer e la cultura del PCI coerente rispetto al Partito d’Azione, oltre alla solita dose dell’Enrico nazionale usbergo della “buona politica” e della moralità, + bastonatura a Revelli e Renzi, accusato quest’ultimo di essere un “seduttore come e più di Berlusconi” che plagia gli italiani popolo bizzarro e bislacco (eufemismo).

Da aver le traveggole: il partito di Togliatti, Longo e Berlinguer che “fece propria la cultura di Giustizia e Liibertà”? Ma quando, ma dove? Come ben sanno quelli della mia generazione, se ci fu una forza politica che meglio di chiunque altra si adoperò per seppellire la stagione di “Giustizia e Libertà” fu proprio il PCI, una chiesa impegnata come l’altra (la DC) a far fallire qualsiasi speranza di riformismo liberale capace di mettere la persona e i suoi diritti in primo piano. Lavorare, studiare e pregare in chiesa. E la domenica, per premio, tutti a rileggere gli editoriali di “Rinascita”. Questo il programma modernizzatore del PCI di allora, in tal senso perfettamente integrato al “partito fratello”, la DC di Fanfani.

Ricordo ancora la cautela, se non la paura, per la prima battaglia civile in cui fu trascinato dalle truppe radicali. Battaglia, quella del divorzio, che il PCI non avrebbe mai voluto compiere per il timore di “alienarsi le masse cattoliche”. Da buttarsi in terra dal ridere, vero? Per non parlare della televisione a colori (ricordate?) fieramente osteggiata da Berlinguer e La Malfa quale strumento di perdizione consumista.

Morale, la “modernizzazione” nel nostro sciagurato paese l’hanno fatta i Craxi prima e i Berlusconi poi. Con gli esiti che sappiamo: cioè hanno modernizzato solo il malgoverno, i personalismi, il non-cambiamento, lo sfruttamento delle risorse, l’assalto dei partiti alla cosa pubblica. Diritti della persona (come nascere, vivere, morire), diritti civili (chi sposare o non sposare, con chi fare sesso o metter su famiglia) diritti politici (scegliere chi ci rappresenta) diritti d’impresa (come e dove intraprendere, innovare, sperimentare) rimasti all’età di Salazar in Portogallo.

L’Italia, Il solo paese “evoluto” dove non ci sia parità di genere. Il solo paese “evoluto” dove gay, lesbiche e transgender debbano aver paura a stare in strada la sera. L’Italia, il solo paese “evoluto” dove nulla cambia, nulla muta, nulla cresce. Con la differenza che i soldi sono finiti e che cambiare questa volta ci tocca.

Per questo la “gente” cerca di avere fiducia in Renzi (quello che a Scalfari non garba forse perchè non gli ha baciato l’anello) nella speranza che travolga tutto ciò che c’è di vecchio, persino noi. Ce la farà Renzi a rottamarci tutti? Io lo spero di tutto cuore. Siamo ancora gli stessi di quarant’anni fa, ancora indecisi se essere banalmente conservatori o beceramente reazionari. Nel dubbio, non sappiamo neppure conservare un muretto a Pompei.