La pèsca della classe media riflessiva

By on Set 27, 2023 in Contemporaneità

Mi ero ripromesso di non parlare di pèsca, con la “e” aperta come raccomanda la Treccani. Di non sprecare tempo con le cazzate. Con tutti i libri che devo ancora leggere e che sicuramente mi faranno diventare molto più intelligente, per non parlare del lavoro che si accumula sulla scrivania. Poi l’ennesimo commento postato da un membro di quella che un tempo veniva chiamata “classe media riflessiva” ha fatto saltare i (sottilissimi) argini che trattengono la mia reattività alle imbecillità dell’a-sinistra. Ora che poi la signora Meloni lo promuove sui social (“molto bello e toccante”) m’immagino le carrettate di commenti sulla supposta anti-divorzietà reazionaria dello spot.

Non entro nel merito del video in sé. Discutere con gli imbecilli serve solo a sprecare tempo. Non entro nel merito per la semplice ragione che non conosco le opportunità / minacce del brand Esselunga; non conosco gli obiettivi di medio/lungo termine della campagna; non conosco nessun dato di mercato, in particolare le evidenze delle ricerche quali/quanta che senza dubbio l’azienda possiede.

Non conoscendo questi fondamentali basic, come dicono gli amici di Pizzighettone, mi limito a ricordare alla pletora che in queste ore esprime disamore, disincanto e disappunto (tutti esperti di sceneggiatura, regia cinematografica e marketing del largo consumo a cui, nell’ordine, Spielberg, Tarantino e pure Steve Jobs gli spicciano casa) che il solo scopo della pubblicità è VENDERE. Tutto il resto è noia, come direbbe quel sagace poeta del quotidiano che fu Califano Franco. Punto.

(Nota di costume. Spesso – molto spesso, quasi sempre – i figli dei separati sperano che la coppia genitoriale si ricomponga; nessun figliolino è felice di fare la valigetta per il week-end. E’ triste, ma è nella natura delle cose. Poi i figliolini si rendono conto che non accadrà, e la piantano).

Domanda delle cento ghinee: caro pubblico dei consumatori, non siete ancora stufi delle balle cinesi stile Mulino Bianco? Non vi hanno ancora detto che la pubblicità non inventa mai niente e si limita a registrare? La pubblicità racconta il paese reale: per questa ragione per anni le campagne belle, avvincenti e innovative, le facevano nel mondo anglosassone. Da noi si viaggia ancora con la famigliola felice, la mamma e i consigli (non richiesti) della zia Peppina. Poi qualcuno (immagino con consapevole coraggio) decide di provare a trattarci da consumatori adulti. In futuro, chissà, magari anche da cittadini.

pesca