Ancora a proposito di rivoluzione

By on Set 4, 2024 in Filosofia

Ancora a proposito de “I tedeschi e la rivoluzione” di H. A. Winkler. Nella scorsa madeleine avevo scordato una citazione dell’Autore che mi aveva molto colpito: “Uno dei primi a dichiarare conclusa, grazie al progresso tecnologico, l’epoca delle rivoluzioni combattute in strada e sulle barricate fu Friederich Engels nel 1895, puntando al contempo sulle rivoluzioni delle urne nei paesi dove si poteva votare liberamente”. (Il riferimento lo si trova nell’introduzione alle “Lotte di classe in Francia” 1848, 1850). Winkler prosegue riprendendo le riflessioni del politologo Richard Lowenthal secondo il quale “tutte le rivoluzioni occidentali “classiche” hanno avuto luogo prima di quella industriale. Nelle società industriali moderne la dipendenza dell’uomo dal funzionamento regolare dei servizi pubblici e così elevata da sviluppare un “riflesso anti-caos” capace di inibire qualsiasi...

Europa, pallida madre

By on Set 2, 2024 in Contemporaneità

Senza scomodare il supremo inquilino di Berggasse 19, parrebbe assodato che in ogni umano civilizzato alberghi un piccolo Sisifo. Il mio si chiama Germania. Ovvero l’impossibilità di spiegare come, la nazione più progredita culturalmente e tecnologicamente, si sia gettata con volenterosa voluttà nell’abisso del nazionalsocialismo. Ogni volta mi pare di essere vicino alla vetta, e ogni volta riprecipito nonostante gli aiuti di amici generosi che mi hanno segnalato questa o quella lettura. Tutte importanti, per carità, eppure la risposta al perché un popolo intero si sia entusiasticamente consegnato al nazionalsocialismo continuo a non trovarla. Nonostante ormai dubiti ci sia (la Storia non fa parte del novero delle scienze dure, per capirci quelle che consentono verifiche sperimentali) Sisifo m’impone di continuare a provare. L’ultimo aiuto me l’ha offerto Heinrich August Winkler con il...

Anche Odisseo

By on Ago 26, 2024 in Contemporaneità

“Estasi e terrore” (sottotitolo: dai Greci a Mad Men) di Daniel Mendelsohn è l’ennesima dimostrazione di quanto sia opportuno per l’uomo moderno non dico studiare filologia ma almeno leggerli questi benedetti classici. Me ne rendo conto (forse è la miliardesima volta, ma di certo non sarà l’ultima) mettendo in fila tre eventi insieme banali e tragici di questo agosto banale e tragico: l’atleta nella Senna, il naufragio del Bayesian e la crema di Sinner. Tre eventi (insisto: banali e tragici) che hanno in comune quello che nella nostra epoca è il massimo comune denominatore per eccellenza: la reputazione. E la reputazione ci riporta immediatamente alla classicità, il mondo dove gli uomini ambiscono alla gloria, coronamento supremo di un’esistenza condotta all’insegna del valore supremo della civiltà omerica: l’aretè, la virtù che distingue il coraggioso dal vile, il forte dall’inetto,...

“È stata tua la colpa, e allora adesso che vuoi?”

By on Ago 10, 2024 in Contemporaneità

C’ero cascato anche io. Come molti. Anzi, diciamo come quasi tutti. La notizia era ghiotta, troppo: irresistibile l’idea di fare gne-gne alla faccia degli odiati cugini. E quindi, alè, un tripudio di meme sul merdaio che attraverserebbe Parigi e su Macron che stringe la mano (pardon, la zampa) alla pantegana. Insomma uno schifo di Olimpiade dei francesi presuntuosi e incapaci. Invece Claire Michel, l’atleta belga impegnata nelle gare del Triathlon, non ha mai contratto l’escherichia coli e non è neppure mai entrata in ospedale. La Senna non c’entra una mazza. È stata lei stessa a dichiararlo su twitter. Giunge voce che la “notizia” sia l’ennesimo frutto avvelenato della propaganda russa. E questa volta non si tratta di un fake. Escluso dai giochi, messo al bando dal mondo libero, in difficoltà per l’iniziativa militare ucraina, Putin fa del suo meglio per denigrare l’Occidente...

Bling Bling Academy

By on Ago 6, 2024 in Contemporaneità

Immaginate se Joseph Conrad, nato a Berdyčiv città polacca oggi ucraina, vissuto in giro per il mondo e finalmente approdato in Gran Bretagna, avesse visto la finale olimpica dei cento metri disputata ieri, giusto un giorno e cento anni fa dopo la sua morte. Se non vi garbasse Conrad (ma perché non dovrebbe?) pensate a un altro grande (grandissimo) letterato inglese, quel tal Rudyard Kipling nato a Bombay nella così detta India Britannica da devoti sudditi della Regina Vittoria, che ha reso infinitamente meno infelice l’adolescenza di milioni di fanciulli nel mondo. Due istituzioni: nelle loro opere celebrano l’idea eminentemente tardo romantica di virtù sportiva, il saper competere mantenendo anche nello spasimo dell’agone quel particolare atteggiamento che nel mondo anglosassone viene chiamato “grace under pressure”: la capacità di mantenere la calma, la compostezza, il garbo e la...