Al satirico non far sapere

By on Ott 11, 2025 in Contemporaneità

Non fai in tempo a sottolineare l’importanza della carta stampata nei dibattiti novecenteschi (ne parlo qui http://www.lenuovemadeleine.com/ancora-proposito-del-libro-non-cera/) che Repubblica prova a rinverdire i lontani fasti del quartetto Moravia-Pasolini-Siciliano-Morante impegnato a scriversi a mezzo “Corriere”, suscitando l’ironia di chi sottolineava che potevano anche discutere a cena visto che erano ospiti fissi di certe terrazze romane. Bei tempi, altre tirature. Ci riprova Repubblica dicevo, ripubblicando un testo di Baricco, apparso su Substack a cui ha dato risposta ieri Michele Serra (“Ecco perché non mi fido del secolo che nasce”, Repubblica, 10 Ottobre) e oggi Massini. Baricco l’ho letto distrattamente. Più che letto, diciamo sfogliato, anche se lo sfoglio è digitale. Da quando una trentina d’anni fa ha azzeccato la formula dei “nuovi barbari”, non fa che ripetersi sulle...

Ancora a proposito del libro che non c’era

By on Ott 9, 2025 in Letteratura

Un’ulteriore piccola considerazione sulle introduzioni a “Saggisti italiani del Novecento”. Se lo scritto di Alfonso Berardinelli si distingue per la sintesi (efficacissima e, come suo solito, di sapore aforistico) riguardo all’essenza del saggio, il contributo di Matteo Marchesini – giustamente intitolato “biografia delle idee” – definisce in modo più diffusamente analitico il significato dell’opera e la sua struttura. Meglio: in poche pagine ricostruisce il percorso storico delle idee e dei concetti che hanno segnato il Novecento italiano. Documento che se fossi l’insegnante che non sono mai stato diverrebbe materiale ideale per far scoprire il “secolo breve” (che breve non è stato) ai ragazzi degli anni duemila. Non conosco i programmi ministeriali dell’ultimo anno; a spanne ho l’impressione che nulla sia cambiato dal cambriano dei miei tempi, quando del Novecento –...

Hanno vinto i ricchi (ma non ditelo a Landini)

By on Ott 6, 2025 in Contemporaneità

“Hanno vinto i ricchi” è un agile libretto, come si diceva un tempo, di Riccardo Staglianò l’inviato di Repubblica. Edito da Einaudi nel 2024, il sottotitolo dice quasi tutto: “cronache di una lotta di classe”. Mi è tornato in mente questo libro caustico quanto documentato (tra le molte altre cose racconta di come Milano sia diventata la terza città più cara d’Europa dopo Amsterdam e Lisbona e gli insegnanti italiani i peggio pagati) giusto il venerdì dello sciopero generale per Gaza. Nobili motivazioni che, a tram fermi, hanno funzionato da macchina del tempo riportandomi ai ruggenti gloriosi Settanta quando si scioperava per il Vietnam e per la pace nel mondo, ma anche (e soprattutto) per riformare la società italiana, lavorare in condizioni dignitose, essere retribuiti in modo decoroso. Cosa accadde dopo lo raccontano in molti. Per chi ha poco tempo, o poca voglia di leggere vicende...

Portnoy, questo sconosciuto

By on Ott 4, 2025 in Letteratura

Se molte sono le cose che testimoniano il passare del tempo – gli spazi misurati dagli occhi del bambino, le fogge degli abiti, le parole alla moda – nessuna come il libro rivela le trasformazioni che abbiamo attraversato. Come i contatori Geiger annunciano col loro ticchettio la presenza di radiazioni ionizzanti, così la rilettura di un libro segnala in modo discreto e al tempo stesso inappellabile la distanza che ci separa dalla persona che eravamo venti, trenta o cinquant’anni prima. Ho scritto genericamente libro. In realtà avrei dovuto specificare romanzo o più genericamente opera di finzione. Mentre nella rilettura di un saggio si attiva il capitale di conoscenza accumulato, e questi lavora come una leva che ci consente di conquistare profondità che un tempo ci erano interdette, con il romanzo l’esperienza è immediatamente emotiva: le pagine che credevamo di conoscere ci mostrano...

Il libro che non c’era

By on Set 30, 2025 in Letteratura

In tutti i sensi è un libro da record, 1.442 pagine espanse in 993 grammi. Cosa che indubbiamente solleverà le rimostranze del mio amico G. (lui è dell’idea che, dizionari esclusi, oltre le duecento pagine non si debba andare). Tuttavia il primato di questo libro è di natura qualitativa: è la prima antologia dedicata alla saggistica italiana del Novecento. La ragione di questa diciamo così assenza sta nel fatto che nella teoria della letteratura la forma “saggio” non è contemplata e non se ne parla, sicchè nessuno nel paludato mondo dell’accademia ha avuto il coraggio di affermare che un saggista può avere più importanza letteraria di un narratore o di un poeta. Coraggio che invece ai curatori dell’antologia Alfonso Berardinelli e Matteo Marchesini non manca. Provocato in un’intervista pubblicata sul “Venerdì di Repubblica” Berardinelli non ha remore nel fare nomi e cognomi: “Tra fine...