Il mio nome è Caterina. Caterina V.

By on Apr 3, 2025 in Contemporaneità

Parco Sempione è uno dei luoghi più felici di Milano. Uno spazio verde collocato nel centro di una città che alla parola “erezione” dà il significato cementizio che avrebbe dato il Trump se fosse nato sui Navigli. Intendiamoci, non è tutta colpa di Milano. Come direbbe la signora Rabbit, non è una città cattiva, è che la progettano così. Se potessimo tornare ai beati tempi del cardo e del decumano, scopriremmo che Milano era un banale presidio la cui importanza derivava dall’essere posto all’incrocio tra le più importanti vie romane; un casello praticamente. Poi, finalmente, qualcuno ebbe l’ardire di consegnare a un certo Leonardo il compito di redigere il piano regolatore. Purtroppo non passano neppure cinquecento anni ed ecco che in nome della viabilità cittadina uno sciagurato regime ricopre i canali che tanto avevano affascinato Stendhal. Anche se dovrebbe essere un “terreno di una...

Il Dreyfus della nostra epoca

By on Mar 26, 2025 in Contemporaneità

Non avevo la più pallida idea di chi fosse Boualem Sansal né tantomeno del suo lavoro di scrittore. Dopo aver letto il romanzo-reportage “Fedeli a oltranza” ne avevo a sufficienza di storie il cui soggetto è il fanatismo islamico. Paesi come l’Indonesia, l’Iran, il Pakistan e la Malesia che Naipaul visita a vent’anni di distanza dopo il trionfo dell’Islam. A scanso di equivoci va precisato che Vidiadhar Surajprasad Naipaul non è esattamente (o meglio: non era) il perfetto esemplare di maschio bianco facilmente accusabile di islamofobia colonialista. Tornando a Sansal, se non fosse successo quel che è successo e continua a succedere – un uomo in età, malato di cancro, che rischia di morire in prigione per aver scritto un libro considerato offensivo dagli islamisti algerini – non mi sarei mai sognato di leggere “2084. La fine del mondo” o “Il villaggio del tedesco” né...

Inserzione per una città in cui non voglio più abitare

By on Mar 15, 2025 in Contemporaneità

Le città sono come le persone, cambiano. E Milano è cambiata parecchio dai tempi in cui potevo parcheggiare la mia Cinquecento in via Festa del Perdono. Sono un milanese figlio di milanesi, nipote di milanesi. Una specie rarissima. Ma per caso, per ventura, per necessità, non sono nato a Milano. Ci sono arrivato giusto negli anni dell’università, dopo un giro che mi ha fatto diventare un ibrido del Nord; in tal modo mi sento contemporaneamente milanesissimo (in casa parlavano un dialetto che avrebbe suscitato l’approvazione del Porta) e perfettamente estraneo. Una sorta d’apolide rispetto a chi – e ne conosco parecchi – conserva ancora le amicizie dell’asilo.  A Milano hanno trovato benessere e in molti casi ricchezza generazioni di siciliani, pugliesi, calabresi, lucani, campani. Milano accoglieva e offriva opportunità a chiunque avesse un minimo di talento e voglia di lavorare. Oggi...

I casalinghi di Voghera

By on Mar 7, 2025 in Contemporaneità

Dobbiamo al buon vecchio Hegel la scoperta che ogni trasformazione quantitativa diviene qualitativa e viceversa. Se si abbassa la temperatura di qualche grado l’acqua ghiaccia, se s’innalza diviene vapore; basta poi un protone in più o in meno e al variare del numero atomico ecco mutare anche l’essenza della materia. Una legge che trova applicazione anche in letteratura. “Morte a Venezia” consta di un centinaio di pagine, la “Montagna incantata” supera le settecento. Entrambe appartengono alla categoria capolavori assoluti, quel genere di cose che rendono la vita degna di essere vissuta; ma mentre la mole della storia di seduzione e morte di Gustav von Aschenbach non spaventa nessuno, la “Montagna” (incantata o magica che sia) si rivela un’ascensione impossibile per una quantità di lettori. Purtroppo questa legge vale anche per anche le opere di saggistica e più in generale per la...