Ieri sotto le mie finestre sono sfilati i pro-pal. Tutto come da copione: altoparlanti a palla, bandiere, slogan a tema, poliziotti in assetto antisommossa, elicotteri in cielo. Poi, complice forse una variazione di percorso non concordata, il corteo s’è piantato e per un bel pezzo non s’è mosso più. Come da consuetudine, insieme alla piccola folla dei manifestanti la cui ferocia si è limitata al repertorio degli slogan d’ordinanza, pare agissero una trentina di solerti incappucciati dediti come da tradizione allo sfascio delle vetrine. Sono troppo vecchio per inquietarmi, ma non ancora così vecchio da non provare stupore. Non per la quantità di bandiere, stendardi e bandieroni – suppergiù uno per manifestante; non per la tranquillità dei cani in manifestazione (i pro-pal nostrani hanno questo di buono: amano cani e canetti); non per il volume pazzesco degli altoparlanti, vecchia...