Ricordo molto bene il ritorno di Khomeini in Iran. Era il febbraio del ’79 all’aeroporto di Teheran lo attendeva una folla strabocchevole. Quello che pareva impossibile invece successe: un gruppo di preti dotati di disumano fanatismo quanto di straordinaria tenacia, riuscì nel giro di poche settimane a riportare l’orologio della Persia, una delle civiltà più antiche, una nazione grande cinque volte e mezza l’Italia, indietro di mille e quattrocento anni. Quaranta anni fa e pare sia passato un secolo; e pare che nonostante il sangue versato dalle donne persiane nulla possa mettere in discussione il potere dei preti disumani. (Inutile dire che, perfetto ignorante della realtà politica persiana qual sono, spero di essere smentito). Mi permetto di parlare di ciò che non so per la semplice ragione che l’orribile vicenda persiana serve per guardarci allo specchio; a ragionare di noi, dei...