Epigramma a Stalin

By on Giu 23, 2024 in Letteratura

Viviamo senza sentire sotto di noi il paese Viviamo senza sentire sotto di noi il paese a dieci passi le nostre voci sono già belle e sperse e dovunque ci sia spazio per quattro chiacchiere si dà una mezza conversazioncina là ti ricordano il montanaro del Cremlino le sue tozze dita come vermi grassi come pesi di ghisa le sue parole esatte se la ridono gli occhioni di blatta e rilucono i gambali dei suoi stivali.   Attorno una masnada di gerarchi dal collo fino i favori di mezzi uomini sono il suo trastullo chi fischia, chi miagola, chi frigna lui solo spauracchio e picchia un decreto dopo l’altro elargisce come ferro di cavallo a chi nell’inguine, a chi in fronte, a chi nell’occhio o al sopracciglio è una pacchia ogni esitazione che decreta e un largo petto di osseta.   Osip Mandel’štam scrisse “Viviamo senza sentire il paese sotto di noi il paese” nel novembre 1933 subito dopo l’aver...

La manutenzione degli alberi

By on Giu 22, 2024 in Contemporaneità

L’altro giorno a Radio Bergamo, la mia radio preferita, passava “Motocicletta”. In realtà si chiama “Il tempo di morire” ma vabbè. Fate caso al primo verso – “Motocicletta | 10 HP | Tutta cromata | È tua se dici sì”. Siete al cospetto nientemeno che a un marcatore del tempo: la potenza non si misura più in cavalli vapore, e 10 HP sarebbero considerati da ogni motociclista degno di questo nome roba da poracci che è meglio per loro se vanno in auto o col VéloSolex. Anche questo cartello è un marcatore del tempo. Marca il presente e (temo) il prossimo futuro. La foto l’ho scattata in via Sarpi, la strada della cineseria de noaltri. È il segno dell’intelligenza commerciale di questa comunità. Nel giro di pochissimi anni la via cinese di Milano ha virato trasformandosi da “hub” degli stracci&bindelli a poco prezzo e ancor minore qualità, a strada del cibo etnico. Successo...

Nato a Venezia

By on Giu 9, 2024 in Comunicazione, Contemporaneità

Immaginate di essere nati a Venezia da genitori e nonni veneziani. E di sentivi chiedere ogni qualvolta pronunciate il vostro nome se siete italiani. È quello che è successo nell’infanzia e nell’adolescenza a Gadi Luzzatto Voghera, ebreo veneziano di Venezia. Allenato sin da piccolo a dare risposta a domande imbecilli, da grande Gadi Luzzatto Voghera ha continuato ad occuparsi di quesiti. Senza dubbio molto più complessi, anche se spesso altrettanto imbecilli. Stufo di dover, immagino quotidianamente, rispondere a domande tipo “Gli ebrei si considerano il popolo eletto, quindi sarebbero una razza superiore?” e “qual è la differenza tra un’affermazione antisemita e un’affermazione critica?” ha scritto una piccola guida intitolata “Sugli Ebrei. Domande su antisemitismo, sionismo, Israele e democrazia”. Si tratta di 129 pagine (Bollati Boringhieri) messe in vendita al modico prezzo 13...

Leggere Kafka alla luce di Kundera

By on Giu 7, 2024 in Letteratura

“Praga, poesia che scompare” è un’operazione editoriale che commentatori più disinibiti definirebbero con spiccia metafora “grattare il fondo dei cassetti”. Com’è noto, Milan Kundera si è da poco accomodato nella bara; e com’è altrettanto noto, l’attimo editoriale (il nano-secondo che segna il passaggio tra la scomparsa di un autore e l’oblio della sua opera) va colto con stessa prontezza con cui al CERN acchiappano le particelle. Diciamo che, Calasso o non Calasso, in Adelphi sono abilissimi anche in questo. E che comunque 12 euro, il costo di uno spritz e mezzo, il volumetto li vale tutti. Il primo saggio “Praga, poesia che scompare” ricorda a noi comodi occidentali al di qua del muro la sparizione di una cultura unica. Correva il 1968 quando le truppe sovietiche invasero la Cecoslovacchia. Fine del mondo che aveva generato Kafka, Hašek e Janaček, gli artefici dei “tre pannelli del...