Stramilano

By on Giu 1, 2025 in Contemporaneità

Se dieci anni fa avessero detto a un milanese che la città sarebbe diventata un’attrazione turistica si sarebbe messo a ridere. Milano è un agglomerato urbano di proverbiale bruttezza privo di un linguaggio estetico unitario e riconoscibile. Un luogo per intraprendere, commerciare, scambiare, inventare; qualsiasi cosa purché non si tratti di flânerie o semplice godimento della vita. L’expo, l’orrida manifestazione che ha reificato il cibo in un mondo in cui milioni di persone soffrono la fame, ha trasformato la più piccola delle grandi città europee in un posto che milioni di turisti (8,5 nel 2023) ritengono attraente e degno di essere visitato. Cifra che, oltre a confermare le mie convinzioni sull’intelligenza media della specie umana, deve aver provocato una sorta di vertigine da successo a più di un amministratore comunale. Ma perbacco – immagino si siano detti – siamo...

Come il design trasforma il mondo

By on Mag 22, 2025 in Contemporaneità

Disclaimer. Questa madeleine tratta di marketing (sicchè rischia di risultare più noiosa del solito) “Come il design trasforma il mondo” (S. Berkun, Tecniche Nuove) è un volumetto di 168 pagine. L’editore lo fa pagare 17,90; calcolando che quelle davvero stimolanti non sono più di una trentina, un rapporto qualità/prezzo che neanche il catalogo Adelphi (che san Roberto Calasso ci protegga sempre) nelle sue riedizioni migliori. Partiamo dall’inizio. Dall’idea che la più parte delle persone s’è fatta, ovvero che il “design” riguardi il trattamento caruccio e modernista di una lampada, un tavolinetto o uno spazzolone da cesso, quest’ultimo senza dubbio il più indispensabile dei tre. Un’idea milanesissima dei ruggenti Cinquanta tracimata in tutto l’orbe terraqueo come testimonia ogni anno la Settimana Santa del Design. E’ successo che gli architetti milanesi fighi incontrano i falegnami...

Un piccolo segno di speranza

By on Mag 20, 2025 in Contemporaneità

Sono un’anima vile, un tifoso parecchio infantile di fronte alla sconfitta. Fiutato il disastro annunciato da due set-point malamente sciupati, pur di non assistere allo scempio ho guinzagliato le canette e infilato la strada del parchetto. Il giovane Sinner dunque moriva ma assai dolcemente, per dirlo in parodia dannunziana, ma resuscitava giusto in tempo per rubare la scena al vincitore. Il garbo, l’arguzia, la franchezza trasformavano il discorso di rito che i giocatori pronunciano al termine di ogni torneo in una perfomance di allegra intelligenza affettiva. E qui non c’è davvero stata partita, tanto brillante il soccombente quanto modesto l’eloquio del vincitore, stentato e grezzo come i tratti del suo volto di zappaterra murgiano. Il giovane Sinner, che d’ora in poi chiamerò Novello Mondrian per l’ossessiva geometria dei suoi colpi, ha innanzitutto riconosciuto la possanza...

Ofelè fa el to mesté

By on Mag 10, 2025 in Comunicazione

Avvertenza: questa madeleine non tratta dell’elezione del nuovo pontefice. La mattina siamo troppo rincoglioniti per rivolgerci parola. Tra biscotti e caffè abbiamo concordato di riempire il silenzio con le rassegne stampa (ce ne sono a bizzeffe, persino più numerose dei quotidiani da cui traggono spunto). Purtroppo quelle che ci piacevano hanno perso smalto, così nostro malgrado ora ascoltiamo i podcast, l’ultimo prodotto della modernità massmediologica. Parlo di un fatto personale in ragione di un interesse professionale. Il podcast è uno strumento di comunicazione come lo sono le affissioni, le campagne stampa o gli spot televisivi; e proprio come qualsiasi altro strumento inventato per comunicare qualcosa a qualcuno – letteratura, teatro, cinema, televisione, pubblicità – il suo funzionamento dipende dal rispetto di poche, tutto sommato semplici, regole. Come accade a un’automobile...