Miliardi di mosche non possono sbagliare

By on Feb 2, 2023 in Letteratura

A proposito di lèggere, cosa leggono gli italiani? Con il consueto ritardo sfoglio prima “Robinson”, supplemento di Repubblica, e poi “La lettura” del Corriere. Entrambi hanno la pessima abitudine di pubblicare l’elenco dei dieci titoli più venduti. Un calco delle fortunate hit parade radiofoniche di musica leggera. I libri però non sono canzonette. Anche se poi uno legge la classifica e suo malgrado conclude che spesso i libri sono infinitamente peggio delle canzonette. La settimana scorsa al primo posto stava il fratello problematico del futuro re d’Inghilterra. Al quarto il libro di Georg, la perpetua del pastore tedesco. Alcuni recensori li definiscono “memoir”; altri più sbrigativamente li inseriscono nella categoria del pettegolezzo. Naturalmente non ho letto né l’uno né l’altro. I Feltrinelli della Feltrinelli che (mio malgrado) ho eletto a pusher, mi assicurano che in due...

Perché scrivo

By on Gen 12, 2023 in Letteratura

“Perché scrivo” è il titolo di un articolo di Joan Didion. Dà il nome a una raccolta di saggi scritti dal tra il 1968 e il 2000 che il Saggiatore pubblica al non modico prezzo di euro 17. La Didion lo ha ripreso da George Orwell, tuttavia le motivazioni dei due autori non potrebbero essere più diverse. “La particolarità dell’essere uno scrittore” afferma la Didion “è che qualsiasi iniziativa implica l’umiliazione mortale di vedere le proprie parole stampate”. Il contrario di quanto sosteneva lo scrittore britannico: “Ciò che soprattutto ho cercato di fare negli ultimi dieci anni è stato trasformare la scrittura politica in arte. Il mio punto di partenza è sempre un senso di partigianeria, un senso d’ingiustizia. Quando mi accingo a scrivere un libro io non mi dico «Voglio produrre un’opera d’arte». Lo scrivo perché c’è qualche bugia che voglio smascherare,...

Ti farà ridere, ti farà piangere, ti farà pensare.

By on Dic 16, 2022 in Contemporaneità, Letteratura

“Passavano per più profondi semplicemente perché scrivevano peggio.” La frase virgolettata è del più grande scrittore del Novecento. Si riferisce agli autori di narrativa, ma ho l’impressione che valga anche per chi scrive saggi o più banalmente articoli su riviste e giornali. Proust da cui ho tratto la citazione, ha compiuto la sua rivoluzione – la Recherche è un’opera rivoluzionaria – utilizzando nella scrittura del suo romanzo il più tradizionale dei linguaggi: avulso da sperimentalismi come da tentazioni avanguardistiche. Scrivere bene significa scrivere in modo chiaro e comprensibile? O meglio: scrivere bene significa aver qualcosa da dire – possibilmente anche di nuovo e di originale – ed esprimerlo in modo intellegibile prim’ancora che gradevole? La categoria dei ciurlatori nel manico, ovvero di chi si sottrae alla promessa compiuta alla dèa comunicazione, è vasta...

Gesù era ebreo

By on Nov 27, 2022 in Letteratura

Confesso che di Amos Oz apprezzo assai di più saggi piuttosto che le opere di narrativa. Non è un giudizio critico né tantomeno ha pretesa di esserlo. Per chi come me poco sa della vicenda israeliana, Oz era un riferimento capace di fare chiarezza morale prim’ancora che politica: è stato tra i primi a sostenere la soluzione dei “due Stati” per il conflitto arabo-israeliano dopo la guerra dei Sei giorni. Due sue affermazioni dànno un’idea della forza del suo carattere e del pragmatismo della sua visione: “Anche un’occupazione inevitabile è un’occupazione ingiusta” e “Non sono un pacifista, faccio parte del campo per la pace”. Per questo la sua scomparsa ha aperto un vuoto: viene a mancare l’intelligenza di un uomo profondamente onesto. Ma ben al di là della pur fondamentale questione israeliana, è la profondità con cui Amos Oz affronta l’infinitamente più...