La “Storia della filosofia della scienza” di David Oldroyd (Net, nuove edizioni tascabili) non sembrerebbe il tipico libro da portare in spiaggia. Sono 487 pagine fitte ricche di note e apparati critici di prim’ordine, come ormai raramente si vedono nel triste panorama editoriale contemporaneo; le note impaginate al termine dei singoli capitoli sono concepite in chiave di approfondimento e di connessione tematica, un ulteriore impegnativo stimolo per il lettore. Poiché per mia fortuna è ormai trascorsa l’età delle verifiche accademiche (gli altri esami, quelli della vita e del lavoro, invece non finiscono mai) mi concedo il lusso della “lettura fluttuante”. Consiste nell’affrontare con serietà e metodo un capitolo alla volta; terminato il quale si può riporre il libro per giorni o settimane in attesa delle condizioni ideali per un nuovo round. Non sto preparando un esame, ma di molto...